lundi 8 mai 2023

IL LATO OSCURO DI NEWTON.

 



Se nella retorica positivista Isaac Newton è descritto come un "eroe" del pensiero scientifico moderno,  nello studio dei documenti da lui lasciati emerge un Newton ben diverso che fece dire a John M. Keynes "Newton was not the first of the age of reason. He was the last of the magicians".

Infatti il suo interesse prevalente, paradossalmente ai luoghi comuni, era per discipline, oggi, considerate non propriamente scientifiche come l'alchimia, la religione, la cabala.

Ma il "lato oscuro" di Newton a cui mi riferisco è un altro.

Di Newton poco conosciuti sono il suo carattere ed il suo atteggiamento non proprio corretto nei confronti di amici ed avversari.

Di lui si è detto che fosse bipolare o addirittura reso nevrotico dall'inalazione dei sali di mercurio durante i suoi esperimenti alchemici.

In realtà a guardare la sequela di incomprensioni collezionate durante la sua vita ne emerge una personalità non proprio nobile, ma meschina e vendicativa.

Ma ripercorriamo gli aspetti salienti di tali storie d'incomprensioni.

Nel 1671 Newton attrae l'interesse  della Royal Society con il suo cannocchiale a riflessione, l'anno seguente è eletto suo membro. 


Viene pubblicata sulla "Philosophical Transactions" della Royal Society   il suo lavoro sulla rifrazione della luce che provoca la reazione piccata di alcuni suoi membri tra cui l'Hooke ( ma nel suo caso a differenza di altri non sulle risultanze sperimentali ma sulla loro interpretazione).

Il motivo del contendere la natura della luce (se corpuscolare o ondulatoria) e se la luce bianca fosse elementare o composta.

Diatriba, la prima, che sarà risolto solo nel 1924 con De Broglie che scoprirà la doppia natura, corpuscolare ed ondulatoria, della luce.

Le polemiche lo esauriscono e decide di ritirarsi a vita privata.

Per alcuni tale scelta fu frutto di un complotto ai suoi danni anche incentrato sui suoi studi di alchimia.

Non ho trovato tracce di un allontanamento di Newton per le sue pratiche alchemiche  ma piuttosto  di una sua lettera del  1673 a Oldenburg, segretario della RS e suo protettore, in cui lo informava di volersi ritirare dalle frequentazioni dell'istituzione.

Nel 1676 però è proprio Newton a scrivere sempre a Oldenburg lamentandosi di Boyle che rendeva pubblico attraverso i suoi scritti ciò che doveva rimanere riservato, cioè i risultati dei suoi studi alchemici e ciò malgrado Boyle fosse stato tra i suoi mentori.

In realtà continuerà ad intessere rapporti anche epistolari con molti dei suoi membri tra cui lo stesso Hooke (1679).

Nel 1684 pubblica i Principia a spese di Halley e col patrocinio della RS.

Altra querelle.

Hooke e C. Wren avevano svolto negli anni una serie di osservazioni astronomiche da cui avevano intuito che il Sole esercitava sui pianeti una "forza" inversamente proporzionale al quadrato della distanza oltre altre "cosette".

Ne parlano con Halley che a sua volta ne parla con Newton che sviluppa l'intuizione teoricamente e matematicamente utilizzando come prove empiriche le osservazioni astronomiche condotte da Wren, Hooke, Halley ed altri.

Newton non cita mai nei Principia l'Hooke come autore dell'intuizione a cui aveva dato base teorica.

Anzi in una lettera gli scrive:

"If I have seen further it is by standing on ye sholders of Giants", che secondo una malevola interpretazione più che un indiretto riconoscimento al lavoro di Hook sarebbe invece una burla piuttosto cattiva con riferimento alla bassa statura del suo antagonista.


In tutta questa storia ci vedo soprattutto una diatriba tra studiosi con pesanti risvolti personali.

Ma forse questo contrasto è anche un'espressione del conflitto culturale tra razionalisti ed empiristi, philomats e filosofi della natura...

Peggiore fu la diatriba tra Newton e Leibnitz sulla paternità del calcolo differenziale a dimostrazione che malgrado genio e cultura rimane sempre la miseria dell'umano troppo umano.

Infatti pare, si tratta di un aneddoto, che anche dopo la morte di Leibniz, Newton si dichiarasse contento di avergli spezzato il cuore.

Ma con Hook, pare sia addirittura arrivato a promuoverne la damnatio memoriae.

È la leggenda del ritratto smarrito dell'Hook, che, insieme a quello di Boyle,  testimonianze indicano come presente nei locali dove la Royal Società si riuniva.

Dipinto volutamente fatto scomparire, secondo la leggenda, dallo stesso Newton quando morto l'avversario nel 1703 gli subentrò come presidente della illustre istituzione.

Poi c'è l'altro aspetto: chi è chi e chi è con chi?

L'Hooke fonda con il Wren, Boyle, Ashmole ed altri (quel gruppo di filosofi della natura noti anche come l'Invisible College) la Royal Society.

Hooke e Christopher Wren, erroneamente spesso indicato come il Grand Master della antica massoneria speculativa londinese, non solo collaborano nella ricostruzione di Londra, ma anche negli studi scientifici.

Newton, invece, ebbe come assistente nei suoi esperimenti tra il 1713 ed il 1727 proprio Desaguliers, che notoriamente è tra i fondatori della prima Grand Lodge di Londra e quindi della cosiddetta massoneria dei Modern.

Inutile ricordare la diatriba tra i vecchi massoni londinesi ed i nuovi, dove i secondi sono accusati dagli altri di una vera e propria "appropriazione indebita" se non furtiva della nobile istituzione massonica con la fondazione della prima gran loggia londinese.

Insomma vuoi vedere che dietro la fondazione della GL di Londra c'è di più di quanto sembra?

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