samedi 20 février 2021

IL RITRATTO DI COSIMO I DE' MEDICI: LA NASCITA DELLA MASSONERIA IN EUROPA CONTINENTALE.


Cosimo I de' Medici in un affresco del Palazzo delle Signoria in Firenze di Giorgio Vasari, che lo ritrae con i suoi artisti. 

Un particolare di questo affresco attrae la nostra attenzione:

nella mano sinistra il primo Gran Duca di Toscana stringe una squadra ed un compasso. 

Cosa significa?

Oggi, guardando una tale simbologia, specie in certa letteratura di genere o sulla rete, non mancherebbero certamente coloro che potrebbero azzardarsi ad ipotizzare una appartenenza massonica di Cosimo I.

In fondo avviene già con immagini pubbliche di personaggi famosi, dove si interpretano, o meglio si spacciano, come massoniche strette di mano o particolari gesti, attribuendo quindi a tali personaggi le più disperate appartenenze a cominciare proprio da quella massonica.

Sappiamo che Cosimo I fu un grande mecenate delle arti e delle scienze, oltre che un iniziato all'esoterismo rinascimentale, e che fu promotore di una grande attività edilizia sia a Firenze che nel resto dei suoi possedimenti. Ed è proprio a quest'ultima attività che probabilmente in molti ricondurranno gli strumenti propri dell'arte dei costruttori con cui è ritratto in questo affresco, cioè la squadra ed il compasso. 

Ma questa, che non è affatto una lettura erronea dell'affresco, è però parziale.

Manca ancora un tassello importante.

Cosimo I promosse la formazione della Compagnia e dell'Accademia delle Arti e del Disegno, delle cui fu patrono.  

Una era una vera e propria corporazione di mestiere, erede della “Compagnia del glorioso messer Santo Luca Evangelista”.

Questa nasce nel 1340 organizzando inizialmente i pittori (prima inquadrati in quella degli speziali e medici), ma poi si aprì anche a scultori, battilori, orefici, miniatori, intagliatori, sargiai, sellai, coreggiai e tanti altri artefici appartenenti alle corporazioni più diverse.

L'altra, l'Accademia, composta dai più importanti esponenti dell'arte e del cenacolo artistico raccolto intorno al Gran Duca, era l'organismo ristretto che governava la Compagnia, ma anche di coordinamento e supervisione delle attività artistiche e delle opere pubbliche.


Simboli muratori sulla lastra di una tomba di un maestro di una corporazione belga.


Avrà anche compiti di scuola e formazione.

“Erano ammessi a far parte della Compagnia e dell’Accademia non solo gli scultori e i pittori fiorentini, ma anche tutti coloro che potevano dimostrare di essere artisti provetti sebbene di un’altra nazione. Ogni candidato al posto di accademico doveva presentare una sua opera che rimaneva proprietà dell’Accademia. Le tasse per gli iscritti erano di lire due l’anno per gli accademici e di lire una per il corpo della Compagnia.

Oltre a queste disposizioni l’Accademia era votata all’educazione dei giovani e a formare una sorta di moderna università dell’arte. Ogni anno, tra gli accademici si sarebbero dovuti eleggere tre maestri per la pittura, la scultura e l’architettura destinati a insegnare ai ragazzi più promettenti le ‘Arti del Disegno’. Inoltre le era fatto obbligo di sostenere economicamente gli allievi più meritevoli ma privi di mezzi, e di proporli a membri della Compagnia. A supporto dell’attività didattica doveva essere formata una raccolta di libri, disegni, modelli e di tutto quanto atteneva alle arti. Oltre agli insegnamenti impartiti nelle botteghe furono previste e organizzate lezioni di matematica, geometria, prospettiva e di architettura fondate sulla lettura dei testi di Euclide e di Vitruvio. ” (1)


Nel 1784 la vecchia accademia fu riformata divenendo l'Accademia di belle arti di Firenze.

Patronato quello di Cosimo I de'Medici, per diversi aspetti molto simile a quello che ebbero i sovrani scozzesi sulla massoneria scozzese (ma anche i Sinclair). Istituzione, quella del patronato, che a molti sprovveduti, ha fatto parlare di una gran maestria dei sovrani scozzesi o dei Sinclair, prendendo fischi per fiaschi.

È quindi i simboli dell'Arte in questo affresco sono riferibili anche a questo ruolo di patrono del sovrano toscano della compagnia e delle Arti.

Ma manca ancora una lettura di questa allegoria.

Quegli strumenti che Cosimo I stringe nella sua mano sinistra sono proprio quelli di un "architetto", cioè di chi progetta e dirige una costruzione. Non a caso sono anche gli strumenti con cui è ritratto il Cristo-Logos, cocreatore o prima emanazione divina, che è anche il Principio ordinatore-legislatore del Cosmo.

 Molto più semplicemente l'affresco del Vasari celebra l'apoteosi di Cosimo I de Medici quale "creatore" del nuovo stato, il Granducato di Toscana, e quale origine di un nuovo ordine politico. Così la squadra ed il compasso nella sua mano sinistra rimandano al Cristo Re ed Architetto, Principio Ordinatore del Cosmo, di cui Cosimo diventa riflesso terrestre.

Ma detto questo non possiamo esimerci dal fare ulteriori considerazioni, che traggono spunto proprio dall'argomento trattato.

Abbiamo accennato a come i sovrani scozzesi fossero patroni delle corporazioni di mestiere come quelle muratorie, considerate delle vere e proprie risorse nazionali, delle quali il sovrano si assicurava così il controllo ed il governo.

Per capire basti pensare a ciò che avverrà qualche tempo piu tardi con la diffusione del mercantilismo, che considerò le maestranze e le competenze tecniche delle vere e proprie risorse strategiche nella conquista dei mercati, tanto che ministri come il Colbert, non esitarono non solo a favorire l'immigrazione di artigiani, artisti e tecnici, ma anche ad organizzare veri e propri rapimenti per carpirne le conoscenze.


La costruzione del Tempio Malatestiano, Basinio da Parma, Hesperis, 1462-1464 circa, Paris, Bibliothèque de l’Arsenal,


Ciò che avviene in Scozia con gli Schaw Statutes è una profonda e sistematica riorganizzazione della vecchie corporazioni medievali a base locale in una organizzazione nazionale accentrata e su più livelli a servizio della Corona, sotto il suo patronato, e guidata dal “Master of Works” e “General Warden of the master stonemasons”, ovvero al tempo dallo stesso William Schaw.

È il presupposto, che ci permette di dire senza equivoci, come il caso scozzese sia l'unico certo in cui vi sia stato un passaggio e diretto tra l'antica muratoria e la moderna massoneria, che si concluderà nel 1736 con la costituzione della Grand Lodge of Antient, Free and Accepted Masons of Scotland.

Cosa che invece è solo una ipotesi, non molto fondata, per le analoghe massonerie inglesi ed irlandesi.

In Toscana con il quasi coevo Cosimo I avviene qualcosa di apparentemente simile, ma anche paradossalmente molto diverso.

Il Gran Duca di Toscana non costituisce una organizzazione “nazionale” come quella scozzese, ma, su consiglio del Vasari, si limita a rifondare una nuova corporazione di mestiere e a dotare la stessa di una “scuola”, cioè l'Accademia, di cui primo primo “Padre e maestro delle arti” fu Michelangelo Buonarroti.

E quindi sorge spontanea una domanda: perché la “Massoneria”, malgrado una antica tradizione muratoria comune a tutti il continente europeo, nasce proprio nelle Isole Britanniche e non altrove?

Una prima risposta ce la dà il rev. Jacob Watson in un discorso del 1794 nella Loggia di San Giovanni di Lancaster:

"Masonry, though it derives its name from scientific, and its badges from operative architecture, comprehends the whole circle of arts and sciences; it has been the depòt of learning in all fomer ages. A lodge is, in foreign countries, eminently styled an Accademia" (2).

In pratica se sin dal XVI secolo si osserva nelle Isole Britanniche la nascita di organizzazioni che simbolicamente fanno propria quella che era l'operatività muratoria e che diventano "Centro di Unione" di tradizioni eterogenee fra loro, sul continente, invece, queste “tradizioni esoteriche” erano organizzate diversamente e si palesavano anche nella forma di Accedemie.


Codex Vindobonensis 2554, f.1 verso; Österreichische Nationalbibliothek; Wien
Cristo Architetto, 1220-1230 


Quando la massoneria dei Modern arriverà sul continente vi sarà un'incredibile opportunità per questi ordini, società e tradizioni esoteriche di manifestarsi attraverso di essa, come è anche possibile dire il contrario e cioè che la massoneria si appropriò di queste tradizioni o meglio si ricollegò idealmente ad esse, così come aveva già fatto con la muratoria delle antiche corporazioni di mestiere.

Contestualmente, infatti, molti cenacoli esoterici nel continente cessano apparentemente di esistere.

Possiamo così immaginare che in realtà si siano piuttosto innestate nella Massoneria, allora non ancora colpita da scomunica, facendo proprie le “forme” della Massoneria, oppure, anche, che si siano invece “occultate” facendo della nascente massoneria in taluni casi una sorta di “cerchio esterno”.

Ma l'aspetto importante di tutto ciò è che la Massoneria, quale strumento aggregativo, aveva potenzialità che quelli vecchi non avevano: la possibilità di contare su un circuito internazionale istituzionalizzato sin allora inimmaginabile.

Quindi non è un caso che con la diffusione della Massoneria "britannica" in Europa continentale gli altri "contenitori" meno funzionali, meno ecumenici, meno organizzati e collegati internazionalmente, fossero abbandonati.


L'emblema di una corporazione, Italia XV secolo.



NOTE:

(1) da “3 Gennaio 1563: nasce l’Accademia delle Arti del Disegno” di Luigi Zangheri.

 (2) dr. Hemming, Masonic Essayist, p. 239, London, 1797.